
CONEGLIANO
«Voglio divulgare l’economia spaziale nella Marca. Le tecnologie avanzate utilizzate in orbita, come i satelliti, potrebbero aiutare anche l’agricoltura, vigneti del prosecco inclusi». Un nuovo incarico e una nuova missione attendono il manager Alessandro Sannini, nuovo consulente esterno della fondazione Edoardo Amaldi, partecipata dall’Agenzia Spaziale Italiana. Trentanove anni, laurea in legge a Bologna dopo la maturità classica al Liceo Concetto Marchesi, un’esperienza finanziaria di lungo corso maturata in intermediari finanziari, attualmente Sannini è impegnato con la società di consulenza londinese TwinAdvisors&Partners. Nel 2013 l’esperto di finanza fu pioniere del mercato dei minibond, supportando tra le altre cose un’emissione in provincia di Treviso. In questo stesso territorio in cui affondano le sue radici, Sannini vuole ora fare conoscere l’economia spaziale e le sue opportunità ai potenziali investitori, che a suo dire non mancano.
«Per la fondazione Amaldi mi occuperò di cercare aziende ad alto contenuto tecnologico nel settore aerospaziale e di gestire le relazioni finanziarie e industriali a supporto di nuovi strumenti di finanziamento come il fondo d’investimento di Venture Capital, lanciato da PrimoMiglio Sgr, di cui la fondazione è partner».
Una sorta di catalizzatore tra ricerca, piccole e medie imprese della filiera aerospaziale, investitori e mondo della finanza. Lo spazio e la sua economia non conoscono confini, ma Sannini si pone un obiettivo local:
«A partire dall’autunno mi piacerebbe portare un po’ di new space economy anche nel nostro territorio, dove qualche azienda che ha deciso di investire nel settore c’è già».
Per esempio?
«Irca (gruppo Zoppas, nda) produce fin dai primi anni 90 componenti per il mondo aerospaziale, e quindi sia per aerei sia per satelliti. Il nostro territorio potrebbe ulteriormente contare su imprenditori e famiglie interessate ad avvicinarsi a questo nuovo e prolifico mercato del futuro, che grazie agli oltre 1.500 satelliti in orbita intorno al nostro pianeta già oggi permette di gestire numerosi comparti: dalle telecomunicazioni alla difesa, dai trasporti all’energia. Ogni giorno, in media, utilizziamo più di 30 tecnologie legate allo spazio».
Investire in questo settore è sicuro o rischioso?
«È un segmento in rapidissima trasformazione e accelerazione, che sta riducendo i costi dei lanci e che si sta aprendo ai privati. L’Italia è il sesto Paese al mondo nella produzione di ricerca scientifica in ambito spaziale e il terzo contributore nel vecchio continente alle missioni dell’Agenza spaziale europea (Esa)».
Cosa dirà a un’azienda locale indecisa su un eventuale investimento nell’economia aerospaziale?
«Nel nostro territorio ci sono tre opportunità: la prima è diventare investitori di un fondo specializzato, quindi rimanendo al di fuori del settore e limitandosi a investire. La seconda è dedicare a questa economia un segmento della propria azienda, come fin dal 1992 fa l’Irca, che ha nelle resistenze il suo core business ma che destina una quota importante della sua attività alla produzione di componenti per satelliti e aerei come microsistemi di riscaldamento, al punto da essere accreditata dall’Esa. In Italia, una grande platea di aziende che investono in economia spaziale si trova nel torinese, ma anche a nordest qualche realtà potrebbe aumentare, all’interno dei suoi piani industriali, la possibilità di sviluppare nuove tecnologie, estendendo l’attività a un nuovo segmento. Se per esempio un’azienda produce acciaio potrebbe realizzarne un tipo specializzato per le missioni spaziali».
E la terza possibilità?
«Andare a scoprire nelle università bravi studenti che hanno realizzato dei brevetti e valutare l’ingresso di questi ultimi nel mercato, anche con investimenti ridotti» suggerisce Sannini, che vede in un futuro non molto lontano un impiego dei satelliti nell’agricoltura, anche nel settore trainante nella Marca del prosecco: «Quando si abbasseranno i costi dei satelliti, i consorzi di tutela potrebbero acquistarne uno per monitorare i vigneti e interfacciarli con le previsioni meteorologiche e il controllo dei parametri legati alla vita delle piante: diventerebbe un’agricoltura più performante e scientifica, basata su dati e analisi estremamente precisi».
Tutti concetti che l’esperto coneglianese vuole spiegare agli imprenditori di Marca e alla popolazione con una serie di incontri sul territorio, il cui calendario è attualmente in fase di studio.
«A breve inizierò a riunire i più affermati imprenditori locali. Solo nel comprensorio coneglianese ce ne sono a mio avviso una decina che potrebbero investire nell’economia spaziale, come già da tempo ha iniziato a fare la famiglia Zoppas. Sono convinto che attraverso un dialogo con gli imprenditori la Marca possa essere ancor più protagonista nell’economia legata allo spazio».
Luca Anzanello
Pubblicato sul Gazzettino – Cronaca di Conegliano il 2 Settembre 2018


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